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Valutazione costruttivista

di Robert A. Neimeyer & Heidi Levitt[1]

Constructivist assessment

by Robert A. Neimeyer e Heidi Levitt

Traduzione a cura di

Cecilia Pagliardini e Davide Scapin

Abstract

Una strategia di valutazione può essere classificata come costruttivista nella misura in cui essa:

  1. chiarisca i significati e le pratiche a livello specifico anziché generale, in riferimento a individui o gruppi sociali;
  2. si concentri su modelli di costruzione del significato transitori piuttosto che ‘sostanziali’ e immutabili;
  3. consideri la conoscenza come il prodotto di processi personali e sociali di generazione del significato;
  4. sia più interessata alla realizzabilità o utilità pragmatica della sua applicazione, piuttosto che alla validità di per sé (Polkinghorne, 1992).

Questa enfasi sulla valutazione specifica, transitoria e pragmatica dei significati (inter)personali può essere illustrata prendendo in considerazione in modo più accurato due tecniche fondamentali nell’alveo dell’approccio costruttivista, ognuna delle quali comprende diverse varianti.

Ci stiamo riferendo a:

– la tecnica delle griglie di repertorio, che si concentra sul contenuto e sulla struttura del sistema di costrutti personali, e

– l’analisi delle narrative personali, in modalità orale o scritta, che rivela i mutevoli processi attraverso i quali le persone traggono dalla loro esperienza storie ricche di significato.

Sebbene i metodi di valutazione costruttivista abbiano una storia che risale almeno agli anni ’50, attualmente stanno attraversando un periodo di rapido sviluppo. Ciò in parte riflette la crescente popolarità fra le teorie psicologiche degli approcci costruttivisti e narrativi, che si focalizzano sull’unicità dei processi di attribuzione del significato da parte di individui e gruppi sociali (Neimeyer & Raskin, 2000). In parte, la loro proliferazione riflette anche l’elaborazione continua della metodologia delle scienze umane, che si è sviluppata sia sul versante quantitativo (come si evince dall’ampia disponibilità di programmi informatici per la somministrazione e l’analisi delle griglie di repertorio) che su quello qualitativo (come evidenziato dagli approcci tematici all’analisi narrativa). Ciò nonostante i fruitori dei metodi di valutazione costruttivista affrontano tanto dei problemi quanto delle possibilità nel valutare la validità e l’affidabilità di strumenti che rispettino l’individualità, la complessità e la mutevolezza dei processi di creazione del significato. Gli studi preliminari sull’adeguatezza psicometrica di questi metodi sono comunque incoraggianti, e suggeriscono che l’ulteriore affinamento e impiego della valutazione costruttivista contribuiranno ad accrescere in futuro l’utilità della scienza e pratica psicologica.

 

Bibliografia

Neimeyer, R. A., & Raskin, J. D. (Eds.). (2000). Constructions of disorder: Meaning making frameworks for psychotherapy. Washington, D.C.: American Psychological Association.

Polkinghorne, D. E. (1992). Postmodern epistemology of practice. In S. Kvale (Ed.), Psychology and postmodernism (pp. 146-165). Newbury Park, CA: Sage.

  1. Fonte originale: http://www.pcp-net.org/encyclopaedia/constell.html. Ringraziamo gli Editori Jörn Scheer e Beverly Walker per aver gentilmente concesso la pubblicazione della traduzione delle voci contenute in The Internet Encyclopaedia of Personal Construct Psychology sulla Rivista Italiana di Costruttivismo.