Tempo di lettura stimato: 4 minuti
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Tradurre Hinkle

Translating Hinkle

di

Francesca Del Rizzo

Institute of Constructivist Psychology

Abstract

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Tradurre in italiano la famosissima dissertazione di Hinkle è stato un lavoro lungo, molto impegnativo ma anche estremamente interessante e stimolante. Il testo è infatti complesso sotto vari punti di vista. Esso è un testo scientifico e quindi in molti punti estremamente rigoroso: ha pertanto bisogno di una traduzione che sia precisa ed altrettanto rigorosa. In altri passi però, ha l’andamento del testo autobiografico e lo stile cambia completamente, il periodare si fa più vario e libero, giochi di parole, metafore e riferimenti colti abbondano. Nella riflessione più squisitamente teoretica, poi, il testo assume le caratteristiche del saggio filosofico e vi è la necessità di rendere in maniera estremamente fedele l’andamento dell’argomentazione e la consecutio dei nessi logici.

 

Per fortuna ho avuto la possibilità di godere dell’aiuto, come revisore, di Simone Cheli. È grazie a lui, alla sua grande padronanza della lingua inglese, alla sua sofisticata sensibilità linguistica ed al suo acume teorico, che ho potuto sistemare non pochi punti particolarmente complicati, almeno per me.

 

Non ho avuto la possibilità di conoscere di persona Dennis Hinkle, ma addentrarmi in profondità nella sua dissertazione mi ha forse permesso di incontrarlo e conoscerlo un po’. Probabilmente ciò che mi ha colpito di più è stata la sua creatività come scienziato. Con ciò intendo proprio la sua capacità di passare dal restringimento all’allentamento e poi ancora al restringimento in un’alternanza che non sacrifica nulla: né il rigore estremo necessario per definire precisamente un costrutto, né lo slancio associativo che consente di creare nuovi significati e, come scrive lui stesso, di “precipitare in una nuova esperienza”.

 

Egli mi è parso però anche un grande clinico e della sua sensibilità clinica, del suo modo di raccontare gli studenti che ha intervistato, del suo sguardo professionale mi hanno colpito il grande rispetto umano, la profonda capacità di comprensione, analitica e sintetica al tempo stesso, la benevolenza e la leggerezza, l’umiltà e l’ironia.

 

Nel raccontarci abbastanza dettagliatamente la genesi, lo sviluppo e la conclusione di questa sua ricerca, credo ci abbia fatto un grande dono e ci abbia al contempo messi di fronte ad una responsabilità che talvolta ci sfugge, o meglio, rispetto alla quale spesso scegliamo di costringere: la responsabilità di essere clinici con il rigore e la precisione di uno scienziato e scienziati con la sensibilità, il rispetto e l’umiltà del clinico.

 

Spero che questa traduzione riesca a trasmettere tutto questo.

 

Alcune note tecniche alla traduzione

 

La traduzione di alcuni passaggi della dissertazione di Dennis Hinkle è stata parecchio laboriosa ed a tratti problematica. Ho talvolta dovuto compiere delle scelte tentando di conciliare la correttezza del testo in italiano – garanzia di una sua immediata comprensibilità – con la necessità di rispettare il rigore del pensiero dell’autore e le sue stesse scelte espressive. Questa premessa intende avvertire il lettore rispetto ad alcune di tali scelte, spiegarne il razionale e quindi, spero, rendere più scorrevole la lettura.

 

La dissertazione è centrata sulle implicazioni di costrutto (construct implications) ed Hinkle afferma di considerare il termine implicazione sinonimo di anticipazione, predizione, aspettativa (“Here, ‘implication’, ‘prediction’, ‘anticipation’, and ‘expectation’ are regarded as being synonymous terms.”). Tuttavia il termine ha una sua specificità. Introdurre il termine implicazione significa infatti scegliere di focalizzare l’attenzione sull’interconnessione fra i costrutti e quindi sulla struttura organizzata del sistema di costruzione e sul modo strutturato di fare esperienza delle persone. Come avrà modo di apprezzare chi si avventurerà nella lettura della dissertazione, questo particolare focus appare chiaramente nelle modalità che Hinkle inventa ed utilizza per esplorare il sistema di costrutti della persona (in particolare la griglia delle implicazioni e la griglia di resistenza al cambiamento). Nella traduzione ho quindi cercato di mantenere ovunque fosse possibile il sostantivo “implicazione”.

 

Hinkle usa molto spesso anche l’aggettivo implicative, che in italiano non ha un corrispondente: non esiste l’aggettivo “implicativo” e se esistesse avrebbe un significato molto diverso da quello desumibile dal testo inglese. Quando infatti Hinkle parla di implicative grid o implicative network intende più o meno: griglia delle implicazioni e rete di implicazioni. In italiano l’aggettivo “implicativo” deriverebbe dal verbo implicare e significherebbe all’incirca “che implica”, così come accade negli aggettivi comunicativo (che comunica), probativo (che prova), celebrativo (che celebra) e così via. Pertanto ho scelto di tradurre l’aggettivo usando delle locuzioni che contenessero “implicazione” o “implicazioni”. In due occorrenze ho scelto una forma diversa: ho tradotto implicative loss con l’espressione “perdita di predittività” ed implicative utility con “utilità predittiva”, inserendo comunque il termine in inglese fra parentesi. Mi è sembrato in questo modo di conservare il significato rispettando anche la scorrevolezza dell’italiano.

 

Implicative dilemma è già stato tradotto in italiano come “dilemma implicativo” ed ovviamente è stato mantenuto anche in questa sede.

 

Per quanto riguarda il sostantivo implicativeness ho invece mantenuto la forma in inglese. Un analogo in italiano infatti non esiste ed utilizzare una perifrasi mi sembrava estremamente macchinoso.

 

 

Note sull’autore

 

Francesca Del Rizzo

Institute of Constructivist Psychology

francesca.delrizzo@tin.it

Laureata in Psicologia Generale e Sperimentale presso l’Università di Trieste, specializzata in Psicoterapia ad orientamento Costruttivista con Gabriele Chiari presso il CESIPc di Firenze, Master in Psicologia dello Sport e Master Universitario di II Livello in Psiconcologia, iscritta al 3° anno della Laurea Triennale in Filosofia dell’Università di Venezia, operatore certificato ANIRE, Didatta in Psicoterapia presso l’ICP.