5.1 – Mills

Frontespizio_1_2013_mini
Volume 5, Numero 1, Aprile 2017

Buio in sala: la percezione del sé incarnato in azione
di David M. Mills
Abstract: Traendo spunto dalla fenomenologia di Merleau-Ponty, e ispirandosi in particolare alla sua concezione di spazio corporeo, l’autore istituisce un parallelo tra l’attore sul palco, che interpreta molti personaggi, e la persona nel mondo, che si muove orientandosi tra sistemi di significato, alternativi l’uno all’altro. Accostando il modello geometrico dei costrutti personali di Kelly alla visione teatrale dello spazio corporeo di Merleau-Ponty, in cui ciascuno ritrova se stesso, l’articolo esplora la dimensionalità di tale spazio vissuto, da cui traiamo le nostre idee di spazio geometrico.
Sebbene i due punti di vista possano sembrare apparentemente in contrasto – con Kelly che rende accessibile il nostro modo di costruire significati attribuendo a esso una struttura geometrica e Merleau- Ponty che enfatizza la fondamentale inaccessibilità al mistero di come il senso emerga dall’esperienza corporea – prese insieme queste due posizioni spingono a una più profonda comprensione di ciò che Kelly avrebbe potuto intendere asserendo che la persona “vive nell’anticipazione”.
Considerare l’attore come persona, e viceversa, porta a una visione teatrale dell’esperienza corporea in cui la persona è vista occupare molteplici spazi di significato, muovendosi fra essi al pari di un attore che passa da un personaggio all’altro, abbandonandone uno per interpretare il successivo. Evidenziando quanto il movimento nello spazio e le azioni cariche di significato siano strettamente interconnesse, l’articolo arriva a concludere che il senso cinestesico della persona è molto più che un semplice senso del movimento, ma di fatto rappresenta la percezione del significato del sé incarnato che agisce.

Parole chiave: costrutti personali, incarnare, recitazione, fenomenologia.