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George Kelly

di Robert A. Neimeyer

Traduzione a cura di

Davide Scapin

Abstract

George Alexander Kelly (1905-1967) è stato uno psicologo statunitense. Ha sviluppato una teoria della personalità nota come “psicologia dei costrutti personali”, centrata sui modi caratteristici con cui gli individui costruiscono e ricostruiscono i significati della propria vita. Per la versatilità del suo approccio, i principi e i metodi di tale teoria sono stati applicati allo studio di diversi temi, quali la complessità cognitiva, i disturbi psicologici, lo sviluppo e la rottura delle relazioni strette, il processo decisionale applicato all’ambito professionale, l’istruzione, il comportamento organizzativo. Ma l’impatto maggiore del pensiero di Kelly si è registrato nelle aree della psicologia clinica e della psicologia del counselling.

Kelly nacque nel 1905 nella piccola comunità agricola di Perth, in Kansas. Figlio unico di genitori severamente religiosi, letteralmente tra gli ultimi coloni della frontiera americana, Kelly sviluppò una sensibilità di prima mano per le lotte delle famiglie rurali povere e isolate, sensibilità in seguito utile nell’attività di psicologo. I frequenti spostamenti della famiglia, nonché la formazione scolastica frammentata tra insegnamento domestico e iscrizioni di breve periodo in svariate scuole, potrebbero aver intensificato la sua comprensione della lotta per costruire significative “relazioni di ruolo” con gli altri, tema approfondito poi nella sua teoria della personalità.

Dopo tre anni di studio alla Friends University (un’istituzione quacchera) e un ultimo anno al Park College, Kelly conseguì la laurea in fisica e matematica. Ma a controbilanciare l’interesse per le scienze, Kelly si distinse presto per il coinvolgimento nel dibattito intercollegiale e per le sue spiccate qualità oratorie. Il percorso post laurea fu vario quanto quello dei primi anni scolastici: Kelly studiò all’università del Kansas, del Minnesota e di Edimburgo, in Scozia, per poi conseguire un dottorato di ricerca in psicologia presso l’Università dell’Iowa nel 1931.

A posteriori, un simile percorso formativo può essere letto come fondante nella comprensione della logica di Kelly, del suo stile intellettuale non allineato, dell’inquadramento teorico della psicologia dei costrutti personali e dell’uso delle tecniche drammaturgiche nella terapia.

Kelly iniziò a lavorare quando l’America era nel pieno della Grande Depressione e gli stati agricoli del Midwest stavano vacillando a causa di una grande siccità (la cosiddetta “dust bowl“), responsabile del pignoramento di innumerevoli aziende a conduzione familiare e più in generale della devastazione economica di intere comunità.

In quegli anni così infausti, Kelly accettò un posto presso il College Hays, nel Kansas. Lì la sua attenzione fu presto spostata dalla psicologia sperimentale, suo interesse originario, a questioni più contingenti. Spinto dalla cattedra del suo dipartimento a sviluppare un’area di specializzazione, Kelly aprì la Clinica di Psicologia e iniziò a offrire servizi di valutazione e consulenza gratuiti per bambini e adolescenti.

Tali servizi crebbero rapidamente fino a inglobare poi un programma di “cliniche viaggianti”, in cui Kelly, accompagnato da un piccolo gruppo di studenti accuratamente selezionati e preparati, avrebbe fornito formulazioni diagnostiche e consulenze per il trattamento degli studenti della maggior parte degli istituti scolastici del Kansas occidentale. Negli anni Trenta i servizi psicologici nelle scuole americane erano a dir poco rudimentali. Il lavoro pioneristico di Kelly nel campo della salute mentale in area rurale era abbastanza inedito da venire finanziato direttamente con un provvedimento legislativo di stato.

Allo scoppio della seconda guerra mondiale, Kelly fu rimosso dalla sua posizione a Fort Hays e si trasferì nella Marina degli Stati Uniti, dove lavorò nel corpo della psicologia aeronautica per tutta la durata del conflitto. Successivamente, insegnò brevemente presso l’Università del Maryland, prima di essere assunto per dirigere il programma di psicologia clinica dell’Università dell’Ohio. Lì concepì i suoi contributi teorici più importanti.

Complici la passione di lunga data per la semantica generale di Korzybsky e per lo psicodramma di Moreno, Kelly cominciò a elaborare una prospettiva inedita che radicava alla sfera sociale tutti i tentativi umani di costruzione di significato. I risultati furono pubblicati nel 1955 nella sua opera magna di 1200 pagine dal titolo “La psicologia dei costrutti personali” (in seguito riedita nel 1991).

Kelly immaginava le persone come scienziati innati che costruendo, verificando, rivedendo ed espandendo le teorie personali di sé e del mondo, riescono ad anticipare i temi ricorrenti della propria vita. Questa posizione, che è il cuore della sua teoria, fu poi ampliata attraverso undici corollari che illustrano e approfondiscono il processo di interpretazione, la struttura dei sistemi dei costrutti personali e il radicamento sociale del sapere umano.

Non solo. A rendere operativi alcuni aspetti critici della teoria fu la tecnica della cosiddetta “griglia di repertorio”, un metodo matematico per mappare i sistemi dei costrutti personali in base a una vasta gamma di applicazioni.

La teoria e i metodi di Kelly sono stati adottati come nuove vie di concettualizzazione, valutazione e trattamento delle difficoltà psicologiche, da intendersi come modi diversi con cui i costrutti non sono riusciti a fornire un quadro significativo per anticipare gli eventi o articolarli con la prospettiva degli altri. Nonostante non fosse allineata con la scena psicologica americana dominata dall’approccio comportamentista, la teoria di Kelly fu percepita come una partenza coraggiosa a cui nel tempo è seguito il riconoscimento internazionale.

Come conseguenza della sua instancabile promozione della psicologia clinica e per i suoi contributi teorici, nel 1954-55 e nel 1956-57 Kelly fu eletto alla presidenza rispettivamente della divisione clinica e della divisione di counselling della American Psychological Association. Morì improvvisamente nel marzo del 1967, dopo essersi trasferito all’Università di Brandeis su invito di Abraham Maslow.

Forse per ironia della sorte, l’influenza della teorizzazione di Kelly è cresciuta piuttosto che diminuita dopo la sua morte. A partire dal 1975 negli Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Paesi Bassi, Italia, Spagna, Germania e Australia sono stati organizzati con cadenza biennale dei Congressi Internazionali di psicologia dei costrutti personali, con conferenze regionali che servirono per rispondere all’interesse crescente. Inoltre la pubblicazione dell'”International Journal of Personal Construct Psychology” nel 1988, poi confluito nel 1994 nel “Journal of Constructivist Psychology” (Filadelfia, PA: Taylor & Francis), ha aumentato la produzione della bibliografia in materia. A fronte di tutto ciò, la psicologia dei costrutti personali può essere ora considerata una specializzazione valida con un consistente seguito internazionale, precorritrice storica e parte vitale nel campo in rapida crescita della psicologia costruttivista.

 

Bibliografia

Kelly, G. A. (1955). The psychology of personal constructs . New York: Norton. Reprinted by Routledge (London), 1991.

Maher, B. (1969). Clinical psychology and personality: The selected papers of George Kelly. New York: Wiley.

Burr, V. ,& Butt, T. (1992). An invitation to personal construct theory . London: Whurr.

Fransella, F. (1995). George Kelly. London: Sage.

Neimeyer, R. A. (1985). The development of personal construct psychology. Lincoln, NE: University of Nebraska press.

Neimeyer, R. A., & Jackson, T. T. (1996). George A. Kelly and the development of personal construct psychology. In W. Bringmann et al., A pictorial history of psychology (pp. 364-372). Chicago: Quintessence.

Neimeyer, R. A., & Neimeyer, G. J. (Eds.). (1990 – 1999). Advances in personal construct psychology (vols. 1 – 5). Greenwich, CN: JAI Press.

Winter, D. A. (1992). Personal construct psychology in clinical practice. London: Routledge.

Fonte originale: http://www.pcp-net.org/encyclopaedia/kelly.html

 

Ringraziamo gli Editori Jörn Scheer e Beverly Walker per aver gentilmente concesso la pubblicazione della traduzione delle voci contenute in “The Internet Encyclopaedia of Personal Construct Psychology” sulla Rivista

Italiana di Costruttivista.