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Valutazione delle percezioni dell’architettura neo-tradizionale di Di Fausto attraverso la metodologia dei costrutti personali

Assessing perceptions of Di Fausto’s neo-traditional architecture based on personal construct methodology

di

Ahmed Agiel
United Arab Emirates University, Al Ain, United Arab Emirates

Jon Lang
University of New South Wales, Sydney, NSW, Australia

Peter Caputi
University of Wollongong, NSW, Australia

 

Traduzione a cura di

Sara Candotti e Alessia Ranieri

Abstract

All’interno dei circoli culturali è attualmente in corso un grande dibattito che coinvolge due gruppi di studiosi e professionisti. Un gruppo rifiuta completamente l’idea di apprendere e attingere dall’architettura del passato per la creazione di nuove opere, mentre l’altro si basa proprio sul passato per costruire una nuova architettura. Utilizzando la metodologia dei costrutti personali, questo studio esamina il lavoro di Di Fausto, così come espresso in suoi tre disegni libici degli anni ‘30. I risultati mostrano come, in ogni regione culturalmente distinta, esistano un’“immagine brand” e un’“immagine ideale”. La progettazione architettonica, tanto nella teoria quanto nella pratica, dovrebbe cambiare, includendo nel processo creativo di nuove costruzioni l’“immagine intrinseca” degli abitanti locali, per far sì che essi le possano sentire come significative.

Currently there is a major debate in architectural circles between two groups of scholars and professionals. One group completely rejects learning from and drawing on past architectures in creating new works while the other one builds a new architecture based on the past. Using personal construct methodology, this study examines the work of Di Fausto, as expressed in three Libyan designs of the 1930s. Results showed that a different architectural ‘brand image’ and an ‘ideal image’ exist in each culturally different region. Architectural design both as it taught and in practice must change towards incorporating the ‘inherent image’ of the local inhabitants in the creative thinking process of new buildings if those buildings are to be meaningful for them.

Keywords:
Scuole di pensiero architettoniche, immagine brand, immagine ideale, immagine intrinseca, metodologia dei costrutti personali | Architectural schools of thought, brand image, ideal image, inherent image, personal construct methodology
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1. Introduzione

Gli architetti utilizzano per la loro professione diversi linguaggi architettonici contemporanei, ma si trovano in difficoltà a realizzare edifici che riflettano un equilibrio tra l’appartenenza ad un luogo, ad un popolo e a un’epoca contemporanea, sia nella percezione dei colleghi architetti che in quella dei “non esperti”. Ci si chiede, con particolare interesse, se architetti possano concordare su una definizione di architettura “locale” ma “moderna” nella valutazione di nuovi edifici. Questo studio affronta proprio tale questione, focalizzandosi sulla natura del significato che viene comunicato dagli edifici.

Gli edifici che vediamo nelle nostre città sono il prodotto di architetti e professionisti della progettazione architettonica che applicano diverse generiche “scuole di pensiero” per progettare i vari tipi di edifici. Tali scuole sono fondate su basi intellettuali che non prendono in considerazione le caratteristiche culturali dell’architettura locale degli abitanti del posto. Queste caratteristiche, tuttavia, costituiscono una base significativa per l’insegnamento del design nelle scuole di architettura. Diversi studiosi hanno esaminato l’interpretazione che architetti e non esperti danno all’aspetto degli edifici (Gifford et al., 2002; Groat, 1982; Hershberger & Cass, 1974; Nasar, 1989; Purcell, 1986). I risultati hanno messo in luce che non vi è accordo tra questi due gruppi sul significato architettonico degli edifici.

Queste scuole di pensiero continuano a generare mancanza di consenso nella costruzione di significati architettonici. Un esempio è il modello di pensiero creativo della scuola di Bauhaus, che prevede di lavorare su punti, linee e superfici con un’“immaginazione libera”, per creare un’espressione astratta dell’architettura (Lang, 2009). Le architetture sostenibili e green dei nostri giorni si basano su prove meccaniche scientifiche e la voce degli architetti, come principali produttori di forme e di spazi, è relegata sullo sfondo. Charles Correa (1983) ha suggerito che, proprio mentre ci si concentra sulla progettazione pensando strettamente al clima, i fattori culturali si perdono.

Gli architetti creano un’immagine brand altamente personalizzata per veicolare le loro ideologie di architettura. Sfruttare questo brand consente di distinguere il proprio lavoro da quello dei concorrenti per ottenere commissioni sul mercato. Ad esempio, gli architetti di fama internazionale Frank Gehry e Zaha Hadid creano edifici distinguibili che sono universalmente riconosciuti come i loro marchi personali. Queste opere architettoniche possono essere rilevanti per gli esperti, ma i fruitori finali che vedono e utilizzano gli edifici possono trovare uno scarso significato nelle nuove caratteristiche formali. Pertanto, quando si parla dell’identità d’immagine di un’architettura, si crea una disconnessione emotiva tra utenti finali e ciò che essi vedono intorno a loro.

Questa ricerca tenta di contribuire ad ampliare il campo di conoscenza del significato in architettura, rispondendo a due domande:

– Quale direzione dovrebbe prendere l’architettura in futuro? (Groat, 1981; Lang, 2009)

– Come si può risolvere il problema del significato in architettura? (Groat, 1981; Lang, 2009; Nasar, 1989; 1994).

Sebbene spesso considerato un approccio che favorisce la nostalgia, è necessario comprendere meglio gli sviluppi neo-tradizionali in architettura (Nasar, 2003). In molti paesi, compresa la Libia, l’architettura neo-tradizionale sembra importante nel creare un ambiente architettonico che appartenga alle persone, al luogo e al tempo presente, in un modo in cui gli altri approcci non riescono (Daza, 1982; Lang, 2009). Pertanto, questo studio esplora il potenziale dell’architettura neo-tradizionale come espressione del pensiero creativo degli architetti, volto a suscitare un senso di attaccamento a un brand architettonico locale nella mente degli utenti finali.

 

2. Cornice teorica

Nella pratica, il pensiero creativo degli architetti si muove dallo sforzo di incontrare le caratteristiche di design significative per gli utenti finali, rappresentate da un brand locale di architettura, alla soddisfazione di requisiti e applicazioni di nuovi movimenti intellettuali adottati dai trend dell’architettura. Questo movimento deriva da esplorazioni di nuovi sistemi creativi per costruire il mondo condotte da un individuo

o un gruppo di individui, a spese dell’inconsapevole evoluzione delle società e della cultura umana. Di conseguenza, è difficile per qualsiasi movimento intellettuale in architettura perdurare nel tempo, se non considerando gli individui e la società nei cambiamenti futuri. Triandis e Suh hanno sostenuto che “[la cultura] include ciò che ha funzionato nell’esperienza di una società, e che quindi è valso la pena trasmettere alle generazioni future” (Triandis & Suh, 2002, p. 135).

L’architettura globale e i brand associati agli architetti internazionali creano costruzioni che incontrano raramente l’identità di un luogo specifico. Questi approcci costituiscono un brand internazionale di architettura. Il problema sorge quando le persone del luogo hanno un’immagine di architettura diversa da quelle internazionali. L’assalto all’architettura del passato, al fine di creare un nuovo inizio senza alcun riferimento alle immagini tradizionali, può soddisfare un gruppo di persone, coloro che desiderano far parte del mondo globale, mentre contrastano i sentimenti di un altro gruppo di persone nel mondo locale, che sono in realtà gli utenti finali dei prodotti sviluppati.

 

2.1. Un brand di architettura locale misurabile e auto-sostenibile

L’uso creativo dell’architettura tradizionale o vernacolare nei nuovi edifici è la base per progettare ambienti moderni che rispettino l’identità di un popolo e di un luogo. L’architettura neo-tradizionale in quanto brand è considerata un approccio misurabile in architettura. “Misurabile” significa che può essere compreso e valutato allo stesso modo sia dai non esperti che dagli architetti. Il branding, come meccanismo di pensiero nel processo di progettazione, richiede di considerare i non esperti nella valutazione di un nuovo edificio. La progettazione di nuovi edifici, al fine di conservare un’immagine intrinseca positiva, consente agli abitanti di monitorare l’evoluzione del carattere architettonico dei loro ambienti.

L’idea di progettare per un certo brand di architettura come meccanismo per migliorare il pensiero creativo degli architetti si basa, principalmente, sulla comprensione psicologica dei processi di percezione e di cognizione sottesi ai brand di architettura. Il concetto di brand si riferisce alla memoria delle immagini dei prodotti o degli edifici che sono racchiuse nella mente delle persone come rappresentative della cultura del loro ambiente. Questa memoria di immagini costituisce un terreno comprensibile, gettando le basi per una creatività basata su una continua connessione emotiva tra le persone e l’aspetto di un edificio. Il risultato di questo meccanismo è che si sviluppa un’immagine architettonica auto-sostenibile di un ambiente, la quale continua a evolversi per lungo tempo.

 

2.2. Modellazione del quadro teorico

L’obiettivo principale del modello di immagine architetturale auto-sostenibile è quello di spostare il pensiero creativo degli architetti dalla “libera immaginazione” alla “immaginazione sostenuta” basata sull’immagine brand di un luogo. Nell’architettura neo-tradizionale, il pensiero creativo degli architetti si concentra sul bilanciamento di tre caratteristiche importanti per la progettazione di un nuovo edificio: che esso sia coerente con il luogo in cui si trova e che sia esteticamente gradevole e moderno, sia dal punto di vista dei non esperti che da quello degli architetti.

Il modello in Figura 1 rappresenta sia ciò che consideriamo un’immagine auto-sostenibile dell’ambiente architettonico, sia ciò che non lo è; include anche una serie di immagini selezionate per rappresentare alcune tendenze architettoniche o quanto proposto nel quadro teorico. Queste immagini vengono utilizzate nello studio empirico come fattori per i test (Appendice A).

L’immagine intrinseca rappresenta l’attuale immagine architettonica dell’ambiente nella percezione dei suoi abitanti. Il processo psicologico di questa immagine si basa su percezioni e cognizioni relative alle esperienze visive di quel luogo da parte degli abitanti stessi. Tali esperienze visive sono incorporate come parte intrinseca della psiche umana. Un’immagine intrinseca positiva è il risultato dell’evoluzione auto-sostenibile dell’immagine architettonica di un ambiente.

Fig. 1: L’immagine architettonica auto-sostenibile

L’immagine brand è costituita da figure architettoniche e forme che, evolvendosi, sono confluite in un unico simbolo del background culturale di un popolo. Tale immagine è collegata alle esperienze passate degli abitanti, non viene influenzata dagli orientamenti intellettuali dell’architettura ed è, per questo, emotivamente significativa per gli abitanti stessi. Inoltre, l’immagine ideale funge da riferimento per stimare quali significati e forme architettoniche incorporate nell’aspetto di un edificio saranno desiderate in futuro.

La nuova immagine rappresenta significati e forme architetturali che non esistono in un luogo. Questa immagine viene progettata da architetti internazionali che si basano su teorie/ideologie dell’architettura, come il regionalismo critico. L’immagine straniera può ben riflettere le forme di architettura non esistenti a livello locale o aspetti degli edifici che potrebbero soddisfare i requisiti di identità di un altro luogo.

Come osservato nella Figura 1, l’immagine brand serve come base per creare una nuova immagine architettonica locale e un attaccamento al passato. In contrapposizione, le immagini intrinseche che si formano come conseguenza di immagini nuove e straniere esprimono i sottoprodotti delle tendenze architettoniche globali che non esistono nel contesto locale. Come risultato di questo sistema creativo distruttivo viene sviluppata un’immagine intrinseca negativa.

Le decisioni prese dagli architetti durante il processo di progettazione, se volte a considerare le aspettative degli utenti finali sul loro ambiente architettonico, devono basarsi sulla valutazione della risposta delle persone di fronte alle forme architettoniche. Pertanto, la qualità del design di un edificio è considerata positiva solo se l’aspetto dell’edificio corrisponde alle immagini ideali e di brand delle persone.

 

2.3. Valutazione delle percezioni relative all’aspetto di un edificio

Valutare l’aspetto visivo di un edificio è una questione complessa, in particolare quando coinvolge sia non esperti che architetti. In questo studio, un’impressione visiva positiva indica che gli abitanti vedono l’ambiente costruito come parte del brand locale, le cui caratteristiche architettoniche sono uniche e quindi considerate come immagine brand. George Santayana (1896) trovò che fosse sensato costruire l’interazione tra persone e qualità visiva dell’ambiente architettonico attraverso le seguenti tre categorie di qualità: sensoriale/emotiva, simbolica e formale. Queste qualità sono alla base delle risposte verbali delle persone di fronte all’aspetto di un edificio, mentre interpretano ciò che vedono in esso. Le seguenti osservazioni identificano le variabili esaminate dagli studiosi di architettura per comprendere o misurare le qualità emotive, simboliche e formali. La qualità emotiva costituisce l’attaccamento delle persone a diversi stili di architettura caratterizzati in base a interesse, piacere e desiderabilità (Nasar, 1994). Attraverso queste variabili viene data una risposta generale in merito alla relazione amore/odio tra le persone e i loro ambienti architettonici. La qualità simbolica consente una comprensione dell’aspetto visivo raggiunto attraverso l’associazione di significati alle forme simboliche dell’edificio (Lang & Moleski, 2010/2016). Lang (1988) ha identificato quattro variabili che veicolano significati simbolici: materiale, colore, carattere architettonico e

luce/ombra. La qualità formale è rappresentata dalla selezione, il miglioramento e l’utilizzo dei termini costruttivi specifici propri del linguaggio dell’architettura. Le variabili suggerite da Lang (1983; 1984) per studiare la qualità formale di un edificio sono: forma, proporzione e scala, complessità, ordine e ritmo.

 

3. Caso studio

La selezione di un caso studio è fondamentale per qualsiasi studio empirico. In generale, edifici, quartieri e città fungono da casi studio per esaminare ipotesi o per rispondere a domande nell’ambito dell’architettura (Groat & Wang, 2002; 2013). In questo studio, Florestano Di Fausto (1890-1965) è riconosciuto come stratega della progettazione del brand (Agiel, 2017). Questi era un architetto italiano, con uno stile distintivo indipendente dall’architettura moderna costruita in Libia tra il 1920 e il 1940. Di Fausto progettò i suoi edifici all’interno delle città libiche con l’intento di renderli unici e rispettosi dell’immagine intrinseca degli abitanti del luogo. Pertanto, egli interpretò uno stile di architettura che non era né tradizionale né moderno (Anderson, 2010; Lang, 2014). Proprio per questo, tre dei progetti di Di Fausto sono stati selezionati come potenziali casi studio da tre diverse città della Libia: Tripoli, Ghadames e Yefren, ognuna caratterizzata da un patrimonio architettonico unico e da un diverso ambiente culturale/geografico/climatico (costiero, montano e desertico). Ognuna di questa città ha un edificio progettato da Di Fausto, basato sullo stile e sull’architettura popolare del luogo, i cui edifici sono stati usati come stimoli nello studio empirico per esaminare l’ipotesi di ricerca.

 

4. Ipotesi di ricerca

Ipotesi H1: lo stile neo-tradizionale in architettura, come espresso nei disegni libici di Di Fausto, viene positivamente considerato come uno stile locale dalle persone profane così come dagli architetti del luogo, poiché risponde alla loro immagine intrinseca dell’identità del contesto ambientale e temporale.

L’ipotesi H1 è stata sotto-strutturata in tre ipotesi verificabili: H1-1, H1-2 e H1-3, descritte come segue:

• H1-1: architetti e non esperti di Tripoli troverebbero la BIT (Brand Image, immagine brand di Tripoli), la DT (Di Fausto Tripoli) e l’IB (Ideal Building, edificio ideale) collegati tra loro e lontani dalla FI (Foreign Image, immagine straniera) e dalla NI (New Image, nuova immagine).

• H1-2: architetti e non esperti della città di Ghadames troverebbero la BIG (Brand Image, immagine brand di Ghadames), la DG (Di Fausto Ghadames) e l’IB (Ideal Building, edificio ideale) collegati tra loro e lontani dalla FI (Foreign Image, immagine straniera) e dalla NI (New Image, nuova immagine).

• H1-3: architetti e non esperti di Yefren troverebbero la BIY (Brand Image, immagine brand di Yefren), la DY (Di Fausto Yefren) e l’IB (Ideal Building, edificio ideale) collegati tra loro e lontani dalla FI (Foreign Image, immagine straniera) e dalla NI (New Image, nuova immagine).

 

5. Metodologia dei costrutti personali

La Teoria dei Costrutti Personali (PCT) è una teoria della personalità e della cognizione proposta da George Kelly negli anni ‘50. Kelly ha usato questa teoria per aiutare le persone a dare un senso a ciò che le circonda. Questo ha permesso loro di costruire i significati profondi attraverso il linguaggio verbale, mediante l’utilizzo di parole o frasi brevi. Questo metodo è efficace nello studio di tematiche controverse e delicate (Caputi et al., 2011). Si tratta di un metodo utilizzato principalmente in psicologia, ma è stato applicato anche in molte altre discipline. Se da un lato dunque ha avuto un uso limitato nello studio dell’ambiente architettonico (Hershberger & Cass, 1974; Harrison & Sarre, 1975), il presente studio prende proprio in esame l’efficacia della PCT per valutare le percezioni dell’aspetto di un edificio attraverso l’uso della sci:vesco, una tecnica innovativa di Griglia di Repertorio (RGT). Sci:vesco è infatti una griglia di repertorio interattiva per lo svolgimento di interviste standardizzate, realizzate online e in tempo reale, sviluppate dalla società tedesca “Elements and Constructs GmbH & Co. KG” attraverso il lavoro di psicologi e programmatori informatici specializzati (Elements and Constructs, 2011). Tale software consente di ordinare e organizzare in modo efficiente le interviste online al fine di analizzare, sintetizzare e confrontare tratti, opinioni e intuizioni relativi alla personalità basati sull’Analisi delle Componenti Principali (PCA) (Rosenberger & Freitag, 2009).

Pertanto, sci:vesco funge da strumento di valutazione che fornisce una rappresentazione grafica tridimensionale intuitiva e comprensibile delle analisi dei dati individuali e di gruppo, che risulta in una rappresentazione esaedrica con un’elevata affidabilità in termini di contenuti. Questo metodo è stato eseguito attraverso l’utilizzo di:

1. RGT – costrutti chiusi/predefiniti, ovvero costrutti presentati all’intervistato come scale bipolari preparate dal ricercatore. Inoltre, agli intervistati è stato chiesto di disporre gli elementi degli edifici esclusivamente sulle scale bipolari.

2. RGT – costrutti aperti/indeterminati, ovvero gli intervistati sono stati accompagnati nella costruzione dei propri significati in scale bipolari. Inoltre, è stato chiesto loro di disporre gli elementi degli edifici sulle proprie scale bipolari così create.

Entro il contesto della PCT, le innovazioni tecniche consentono all’intervistatore di installare il software prima dell’intervista. Gli intervistati, essendo individualmente adattivi, hanno a che fare con gli elementi visivi del compito, osservano le somiglianze e le differenze nelle fotografie e le ordinano in base al polo significativo. Non vengono utilizzati valori o numeri specifici per ponderare gli elementi. Questo processo emula il più possibile il comportamento naturale delle persone nelle interazioni di tutti i giorni con l’ambiente. Per di più, lo strumento attiva l’intelligenza collettiva, per cui in semplici orientamenti visivi possono essere presenti sia le opinioni individuali che quelle di gruppo (Rosenberger & Freitag, 2009). Il software pertanto ottimizza le precedenti RGT fungendo da sistema online innovativo, rimanendo al contempo fedele alla teoria.

 

6. Studio empirico

Prima di iniziare lo studio, sono stati acquisiti l’approvazione etica (numero 135029) e gli elementi necessari per condurre l’esperimento dal codice di condotta dell’Università del Nuovo Galles del Sud. Lo studio empirico è stato predisposto al fine di elicitare le risposte degli architetti e dei non esperti alle architetture neo-tradizionali di Di Fausto rispetto all’architettura globale.

Gli studi sperimentali introducono, in condizioni controllate, alcuni cambiamenti nelle variabili indipendenti per vedere i loro effetti sulle variabili dipendenti (Nasar, 2008). Gli stimoli sono variabili indipendenti (elementi) e le risposte dei partecipanti sono variabili dipendenti (costrutti). Come dedotto dal quadro teorico, l’architettura tradizionale e l’architettura neo-tradizionale rappresentano rispettivamente l’immagine brand e l’immagine locale, mentre l’architettura globale è rappresentata in due immagini (esistenti e inesistenti): l’immagine straniera esistente o non locale e la nuova immagine progettata in risposta alle attuali tendenze globali in architettura (Agiel, 2016).

Dopo l’avvio del caso di studio, la ricerca comprende la selezione di fotogrammi (elementi-stimolo), la scelta del campione di studio (partecipanti), l’identificazione dei costrutti e lo sviluppo di un protocollo per la conduzione delle interviste.

Costrutti Elementi
Variabili dipendenti Variabili indipendenti
Cosa dicono le persone Quello che la gente vede
Risposta/verbale Immagini/Fotografie
Qualità emotiva Qualità simbolica Qualità formale Fattori
A B
Interesse

Piacevole

Desiderabile

Materiale

Cultura

Colore

Luce e Ombra

Forma

Proporzione

e Scala

Complessità

e Ordine

Ritmo

Incongruenza Sorpresa

e Novità

Immagine brand

Immagine locale

Immagine straniera

Nuova immagine

Immagine ideale

Tab. 1: Variabili dipendenti e indipendenti

 

6.1. Elementi

Gli elementi costituiscono gli oggetti, le persone, i prodotti, le immagini brand e gli eventi che sono rilevanti per l’argomento o il problema esaminato (Jankowicz, 2004). Gli studi sull’ambiente urbano utilizzano le fotografie come elementi per rappresentare gli aspetti specifici dello studio condotto.

Sono state selezionate come stimoli quindici fotografie di dimensioni simili (larghezza 6 cm; altezza 4,5-6 cm). Queste sono state utilizzate per compilare interviste individuali della durata di 30-60 minuti, evitando l’affaticamento grazie al numero contenuto di fotografie e di costrutti. La selezione dei fotogrammi ha dimostrato uno scopo univoco nella valutazione delle percezioni. In primo luogo, sono stati selezionati edifici di dimensioni simili insieme a edifici di dimensioni diverse, al fine di testare la risposta delle persone agli edifici alti. In secondo luogo, la composizione di ogni stimolo era importante per il completamento di alcuni compiti dati nell’intervista (come il colore, l’effetto della luce, l’ombra e il ritmo), per misurare la risposta delle persone alla qualità progettuale dell’aspetto dell’edificio. In terzo luogo, sono state utilizzate sia fotografie in bianco e nero che a colori. Infine, le proporzioni nelle dimensioni delle fotografie sono state variate in base alla composizione architettonica (Appendice A).

 

6.2. Costrutti

L’unità fondamentale utilizzata per descrivere o analizzare un oggetto nell’ambiente circostante, nell’ambito della PCT, è chiamata costrutto. Costruire significa trovare un significato in quell’oggetto per avere una sua comprensione personale (Jankowicz, 2004). In questa ricerca, i costrutti includono frasi che rappresentano un significato specifico dell’aspetto visivo. Questi costituiscono delle scale bipolari che vengono utilizzate per valutare le qualità visive degli elementi/edifici. Tali scale sono state sviluppate in modo tale da essere facilmente comprese sia dagli architetti che dai non esperti; misurabili e facili da usare per valutare o organizzare gli elementi; in grado di rafforzare la definizione operativa delle variabili della ricerca.

I costrutti chiusi/predefiniti venivano forniti all’intervistato come costrutti bipolari, sviluppati in base alle variabili per ciascun tipo di qualità (Tabella 1). Erano rappresentati in codici (Tabella 3). I costrutti aperti/indeterminati erano invece elicitati direttamente dai partecipanti, senza alcun codice. Tutti i costrutti erano basati sulla definizione operativa di ogni variabile. Alcuni di questi (4 su 24), sviluppati per singoli aspetti di ciascuna delle variabili, sono stati discussi come esempio nella Tabella 4.

Elementi nello studio Colore Simboli Fattori di: Simboli
“Tripoli Locale 1” Blu cielo VT1 Immagine brand di Tripoli BIT
“Tripoli Locale 2” Blu cielo VT2
“Ghadames Locale 1” Giallo VG1 Immagine brand di Ghadames BIG
“Ghadames Locale 2” Giallo VG2
“Yefren Locale 1” Verde VF1 Immagine brand di Yefren BIY
“Yefren Locale 2” Verde VF2
“Tripoli di Di Fausto” Blu cielo DT Immagine locale di Di Fausto in ogni città DT
“Ghadames di Di Fausto” Giallo DG DG
“Yefren di Di Fausto” Verde DY DY
“Tripoli straniera” Blu cielo FT Immagine straniera: edificio esistente ma non locale negli stessi luoghi degli edifici di Di Fausto FI
“Ghadames straniera” Giallo FG
“Yefren straniera” Verde FY
“Foster” Blu F Nuova immagine: edifici che rappresentano una nuova forma NI
“Hadid” Blu H
“Gehry” Blu G
“Pollice in su” Rosso IB Immagine ideale degli edifici per le persone IB

Tab. 2: Elementi e simboli usati nello studio

Tipo di qualità Il codice dei costrutti forniti
Inizio del codice dei costrutti Fine del codice dei costrutti N. totale di costrutti
Qualità emotiva EQ.01a (vs) EQ.01b EQ.12a (vs) EQ.12b 24
Qualità simbolica SQ.13a (vs) SQ.13b SQ.24a (vs) SQ.24b 24
Qualità formale A FQ.25a (vs) FQ.25b FQ.36a (vs) FQ.36b 24
Qualità formale B FQ.37a (vs) FQ.37b FQ.48a (vs) FQ.48b 24

Tab. 3: Costrutti e codici utilizzati

Codice Costrutto
Interesse EQ.01a L’edificio attira l’attenzione
EQ.01b L’edificio non attira l’attenzione
EQ.02a L’edificio fa pensare
EQ.02b L’edificio non fa pensare

Tab. 4: Esempio di 4 costrutti di qualità emotiva (Interesse)

Per lo studio, la scala bipolare è stata regolata su sette livelli tra i due poli opposti. Ogni polo rappresentava un particolare costrutto che era stato pensato per elicitare specifici significati collegati all’edificio. I sette spazi tra i poli servivano come possibili diversi livelli per organizzare gli elementi nell’intervista.

 

6.3. Partecipanti

I partecipanti erano originari o avevano vissuto in una delle tre città di Tripoli, Ghadames e Yefren, nelle quali Di Fausto progettò negli anni ‘30 i tre edifici. Sebbene il campione comprendesse 216 potenziali intervistati, l’intervista è stata condotta solo con 95 partecipanti di cui 81 di Tripoli, 6 di Ghamades e 8 di Yefren. Questa imprevista riduzione dei partecipanti è da ricondurre alle limitazioni rappresentate da una conduzione delle interviste a distanza, con interruzioni nella disponibilità di servizi Internet nelle città di Ghadames e Yefren (l’intervistatore si trovava in Australia, gli intervistati erano invece distribuiti nelle tre città).

Per il campionamento sono stati utilizzati metodi non probabilistici, campionamento accidentale e a valanga. Il processo di campionamento accidentale ha utilizzato dei questionari come strumento per raggiungere il più ampio numero possibile di popolazione target usando tecnologie online. Attraverso strumenti online (con il supporto di Survey Monkey e Facebook) la popolazione target è stata suddivisa in gruppi di discussione su tematiche relative all’architettura o ad antiche fotografie della Libia. Tale modalità è stata sviluppata per determinare l’eleggibilità di ogni potenziale partecipante. Le domande valutative utilizzate nel questionario hanno fornito un’indicazione iniziale della percezione che le persone hanno dell’immagine intrinseca del loro ambiente. Inoltre, il campionamento a valanga è stato utilizzato come mezzo per favorire l’avvicinamento agli argomenti suggeriti nel questionario. Ciò ha consentito l’accesso al processo da parte di altre figure qualificate, ad esempio professionisti del mondo dell’architettura che hanno preso parte alle interviste con i partecipanti selezionati. La selezione dei partecipanti ha pertanto tentato di raccogliere un numero sufficiente di componenti con diversi punti di vista, scelti casualmente dai risultati del questionario.

 

6.4. Procedura

I partecipanti delle tre città sono stati intervistati utilizzando il metodo dell’intervista online sci:vesco. Con questo metodo, l’intervistatore si trova di fronte a un monitor facilmente configurabile con sci:vesco per l’impostazione dell’intervista online in tempo reale e si può collegare direttamente da casa con l’intervistato. Le percezioni delle persone sono state testate utilizzando sia costrutti chiusi/predefiniti che aperti/indeterminati. Nel primo caso, i costrutti venivano forniti all’intervistato in base alle tre qualità. Nel secondo caso, i costrutti venivano elicitati facilitando l’intervistato a costruire il proprio significato personale durante il compito.

 

7. Risultati e discussione

I risultati dello studio empirico vengono classificati e discussi come segue: valutazione delle percezioni dei partecipanti attraverso l’analisi delle qualità emozionali, simboliche e formali usando la RGT; esame delle ipotesi e descrizione delle immagini brand, ideali e intrinseche, che sono fondamentali per rappresentare le risposte dei partecipanti di fronte all’aspetto di un edificio.

 

7.1. Analisi della Griglia di Repertorio

La Tecnica della Griglia di Repertorio (RGT) è stata utilizzata per aiutare gli intervistati a esprimere le proprie opinioni in modo libero da bias dell’intervistatore. Novantacinque griglie, ognuna compilata dai partecipanti, sono state analizzate sia individualmente che insieme ad altre griglie per ottenere la risposta complessiva rispetto all’aspetto degli edifici (Figura 2). La RGT è stata usata facendo ricorso a due metodi: RGT a costrutti chiusi/predefiniti e RGT a costrutti aperti/indeterminati, così come verrà discusso qui di seguito.

 

7.1.1. Le componenti principali delle Griglie di Repertorio

Le principali componenti delle Griglie di Repertorio includono coordinate tridimensionali, le quali sono rappresentative del ridimensionamento multidimensionale. I due assi orizzontali si riferiscono ai costrutti. Un asse viene letto da destra (positivo) a sinistra (negativo), mentre l’altro viene letto da vicino (altamente significativo) a lontano (meno significativo). Il terzo asse verticale si riferisce al valore mutevole associato agli elementi. Il valore diminuisce man mano che il movimento procede dall’alto (valore massimo) al basso (valore minimo). A seconda della qualità misurata nella griglia, i quadranti di destra, in alto e in basso, rappresentano elementi associati ai costrutti positivi. Allo stesso modo, i quadranti di sinistra, superiore e inferiore, rappresentano gli elementi relativi ai costrutti negativi. Tuttavia, gli elementi in entrambi i quadranti superiori hanno valori più elevati e i quadranti inferiori hanno valori più bassi. Le palline colorate rappresentano gli elementi, ovvero gli edifici selezionati in ciascuna delle città (Tabella 2). I codici rappresentati da numeri e lettere indicano i costrutti chiusi/predefiniti (Tabella 3). Il posizionamento degli elementi più vicini al centro riflette un’incertezza nelle risposte dei partecipanti. Al contrario, quando più vicini ai bordi esterni sono rappresentativi di chiarezza e certezza in risposta a questi elementi. Si può riconoscere la somiglianza nelle risposte dal raggruppamento degli elementi. Sebbene la risposta delle persone venga interpretata qualitativamente, mediante le distanze euclidee tra gli elementi si può stabilire una chiara comprensione statistica.

 

7.1.2. Risposta complessiva delle Griglie di Repertorio

Come osservato in Figura 2, gli elementi raggruppati condividono significati simili nelle risposte dei partecipanti. Questa somiglianza è evidente nel caso degli edifici di “Gehry” (G), “Foster” (F) e “Hadid” (H), che rappresentano il fattore delle nuove immagini (NI). Inoltre, “Tripoli di Di Fausto” (DT) e “Immagini vernacolari di Tripoli 1 e 2” (VT1 e VT2), che rappresentano l’immagine brand di Tripoli (BIT), sono raggruppate insieme. Gli elementi di “Ghadames vernacolare” (VG1 e VG2), che rappresentano l’immagine brand di Ghadames (BIG), sono raggruppati insieme a “Ghadames di Di Fausto” (DG). Inoltre, “Tripoli straniera” (FT) e “Yefren straniera” (FY) rimangono separati e esclusi dagli altri elementi sebbene siano raggruppati insieme. Questo risultato suggerisce che le risposte dei partecipanti siano simili e che questi elementi non siano accettabili dal punto di vista architettonico in nessuna delle tre città. “Ghadames straniera” (FG) non è percepita come parte dell’architettura in nessuna delle tre città, anche se ha un valore più elevato nelle risposte dei partecipanti. Inoltre, la “Yefren di Di Fausto” (DY) appare tra due gruppi di elementi corrispondenti a Tripoli e Ghadames, il che dimostra che questi edifici condividono le caratteristiche visive che si ritrovano nell’immagine brand delle tre città.

Il lato destro e il lato sinistro delle coordinate indicano rispettivamente gli elementi positivi e quelli negativi. Il posizionamento di tre elementi estranei (FI) vicino al centro delle coordinate sta a indicare la risposta incerta dei partecipanti. Tuttavia, “Ghadames straniera” (FG) ha un valore maggiore nella risposta dei partecipanti rispetto a “Tripoli straniera” (FT) e a “Yefren straniera” (FY).

L’immagine brand Tripoli (BIT) e “Tripoli di Di Fausto” (DG) raggruppati insieme nel quadrante in alto a destra, rappresentano gli elementi più alti in termini di qualità e costrutti positivi, pertanto, identificabili con l’edificio ideale (IB). Mentre gli elementi della nuova immagine (NI) appaiono nel quadrante in basso a sinistra, rappresentando gli elementi con valori di bassa qualità e associati a costrutti negativi. La nuova immagine (NI), quindi, è lontana dal rappresentare l’edificio ideale.

 

7.2. Costrutti aperti/indeterminati

I partecipanti sono stati guidati a costruire i propri significati in scale bipolari e in seguito è stato loro richiesto di disporre gli elementi degli edifici sulle scale così create. I risultati vengono discussi qui di seguito.

IB è raggruppato con “Tripoli di Di Fausto” (DT) e “Tripoli vernacolare” (VT1) nel quadrante positivo. Inoltre, gli elementi che rappresentano la NI sono raggruppati insieme alla FI nella parte negativa delle coordinate. La vicinanza di DT e IB suggerisce che le superfici superiori rappresentano una parte essenziale della composizione architettonica. Inoltre, si preferisce che l’edificio ideale nella città vecchia di Tripoli sia costituito da blocchi compatti e considerevoli, adeguati al luogo.

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Fig. 2: Le componenti principali della Griglia di Repertorio – risposta generale all’aspetto dell’edificio

Al contrario, la risposta alla NI è identificata per rappresentare forme insolite, linguaggi architettonici non locali e materiali da costruzione inadatti per la città di Tripoli. Sebbene gli edifici siano fatti di blocchi compatti, la complessità delle loro forme, dovuta all’utilizzo delle nuove tecnologie costruttive, fa sì che essi vengano classificati come “egoistici” e “solitari”. Queste qualità costruttive osservate nell’architettura globale vengono considerate inopportune e lontane dall’immagine ideale dell’edificio. Come osservato nella Figura 3, la compatibilità tra questo risultato e i risultati complessivi valida l’assessment del compito caratterizzato dall’uso di costrutti chiusi/predefiniti; si ha, quindi, che i risultati ottenuti utilizzando i costrutti personali dei partecipanti supportano quelli ottenuti usando costrutti chiusi.

Inoltre, nelle risposte dei partecipanti, la gerarchia della qualità (dalla più importante alla meno importante) viene evidenziata dalla categorizzazione di costrutti simili entro i 256 costrutti elicitati dai partecipanti nella modalità di costruzione aperta/indeterminata. Utilizzando le stesse variabili per ciascuna delle tre qualità, sono state fatte delle valutazioni sul valore di classificazione dell’IB, facendo un resoconto della sua valutazione e del numero di costrutti in ciascuna variabile. I costrutti insoliti, differenti dalle risposte relative ai costrutti predefiniti, sono anch’essi stati classificati per esaminare eventuali nuove aree di interesse che non erano state prese in considerazione. I risultati suggeriscono che quasi il 60% delle risposte rappresentano la qualità simbolica e il 30% la qualità formale A (Tabella 5). D’altra parte, la qualità formale B raggiunge meno del 7%, mentre la qualità emotiva raggiunge meno del 4%. Le risposte insolite o i nuovi costrutti formano il 2% dei 256 costrutti elicitati nelle risposte dei partecipanti. Questi risultati evidenziano l’importanza delle tre qualità che costituiscono la base dello studio empirico.

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Fig. 3: Le componenti principali della Griglia di Repertorio – costrutti aperti

Le variabili più importanti nelle risposte sono: carattere architettonico e materiali (qualità simbolica); forma e scala (qualità formale A). Ciò rivela come gli architetti dovrebbero affrontare con attenzione queste quattro variabili nel processo di progettazione.

 

7.3. Esame delle ipotesi

L’ipotesi primaria (H1) non è stata respinta ed è stata esaminata utilizzando le distanze euclidee ottenute tramite il programma sci:vesco tra i fattori e l’edificio ideale.

Tipologia di qualità Valore di valutazione dell’edificio ideale Costrutti elicitati dai partecipanti
Somma dei valori di rating Percentuale Somma dei costrutti valutati Percentuale
Qualità simbolica 7800 58,78% 151 58,30%
Qualità formale A 3855 29,05% 77 29,73%
Qualità formale B 855 6,44% 16 6,18%
Qualità emotiva 480 3,62% 10 3,86%
Nuovi costrutti 280 2,11% 5 1,93%
Somma 13270 100,00% 256 100,00%

Tab. 5: Peso di ciascuna qualità nella risposta dei partecipanti, in base alla valutazione dell’edificio ideale

tramite l’utilizzo di costrutti aperti.

 

7.3.1. Distanze euclidee

Le distanze tra l’IB e gli altri fattori vengono valutate basandosi sul presupposto che una piccola distanza tra i fattori si riferisca a una relazione significativa, mentre una distanza maggiore si riferisca a relazioni meno significative.

I risultati non respingono l’H1-1. Sia gli architetti di Tripoli (BIT- 08.55, DT- 01.29 e IB – 00.00) sia i non esperti (BIT – 14.76, DT – 05.77 e IB – 00.00) hanno considerato i fattori BIT, DT e IB vicini tra loro. Allo stesso modo, gli architetti di Tripoli (NI – 49.82 e FI – 38.19) e i non esperti (NI – 49.82 e FI – 38.19) trovano gli stessi fattori lontani da IB (Tabella 6).

L’H1-2 non viene respinta in base ai risultati ottenuti. Esiste un accordo tra gli architetti (BIG – 03.66, DG – 04.25 e IB – 00.00) e i non esperti (BIG – 05.13, DG – 04.25 e IB – 00.00) di Ghadames sulla stretta relazione tra BIG, DG e IB. Allo stesso modo, sia gli architetti (NI – 81.55 e FI – 65.03) che i non esperti (NI – 76.27 e FI – 65.03) di Ghadames vedono i fattori NI e FI lontani da IB (Tabella 6).

I risultati non respingono l’H1-3. Gli architetti (BIY – 09.68, DY – 02.50, IB – 00.00) e i non esperti di Yefren (BIY – 09.68, DY – 02.50, IB – 00.00) concordano sulla stretta relazione tra i fattori BIY, DY e IB. Inoltre, i fattori di NI e FI vengono considerati lontani da IB sia dagli architetti (NI – 62.50 e FI – 54.73) che dai non esperti (NI – 52.08 e FI – 52.79) di Yefren (Tabella 6).

I risultati mostrano come i partecipanti siano emotivamente connessi all’architettura vernacolare, così come all’immagine brand delle loro città. Nelle tre città, inoltre, gli edifici DT, DG e DY di Di Fausto sono stati considerati edifici locali sia da architetti che da non esperti del posto, per la loro estetica piacevole e la loro natura moderna.

Si è quindi passati ad un’analisi unidirezionale della varianza ANOVA (il valore p va letto come significativo se p ≤ .05) per esaminare le differenze tra i fattori DT, BIT, DG, BIG, DY, BIY, FI e NI e la risposta dei partecipanti a l’edificio ideale (IB) nelle tre città di Tripoli, Ghadames e Yefren.

 

7.3.2. Un’analisi unidirezionale della varianza ANOVA

L’ANOVA mette in luce che l’immagine brand di ciascuna delle città (BIT, BIG e BIY) ha un effetto significativo sulla connessione emotiva tra gli intervistati e il loro ambiente. Gli effetti di FI e NI invece non sono significativi rispetto all’immagine intrinseca dei partecipanti (Tabella 7).

Fattori Tripoli Ghadames Yefren
Architetti Non esperti Architetti Non esperti Architetti Non esperti
IB 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00
DT 01.29 05.77 29.13 45.13 11.00 12.18
BIT 08.55 14.76 19.69 37.59 11.26 15.50
DG 17.98 16.80 04.25 09.09 28.80 08.66
BIG 41.63 25.95 03.66 05.13 10.95 11.82
DY 09.63 19.63 22.40 44.85 02.50 14.64
BIY 28.63 37.16 11.09 44.41 09.68 12.33
FI 38.19 39.06 65.03 61.18 54.73 52.79
NI 49.82 51.58 81.55 76.27 62.50 52.08

Tab. 6: distanze euclidee generate da sci:vesco tra i fattori e l’edificio ideale (IB)

C’è un effetto significativo di DT (F = 16.69, p = 0.000) rispetto alla connessione emotiva delle persone con il loro ambiente. Inoltre, DT ha un effetto significativo rispetto all’immagine brand di Tripoli (BIT) (F = 4.36, p = 0.016). Analogamente, vi è un effetto significativo, a livello p = 0.001, della DG sulla risposta dei partecipanti in relazione alla loro immagine intrinseca. Inoltre, BIG (F = 12.42, p = 0.000) è significativo in relazione a DG. DY (F = 1.20, p = 0.306) non ha una connessione significativa con l’immagine intrinseca contenuta nelle risposte, a causa del requisito relativo all’immagine brand, ovvero che sia specifica/unica per il luogo. Non vi è alcun effetto significativo di FI (F = 2.13. p = 0.124) come messo in evidenza dalla disconnessione emotiva rispetto l’edificio estraneo, esistente in tutte e tre le città. Allo stesso modo, NI (F = 2.73, p = 0.07) non ha alcun effetto significativo sulle risposte dei partecipanti per nessuna delle tre città. Queste evidenze supportano le ipotesi H1. L’analisi della potenza viene eseguita al fine di rilevare un effetto, qualora vi sia un qualche effetto da rilevare per ottenere risultati pratici significativi (Tabella 8). Le dimensioni dell’effetto tramite una stima parziale al quadrato convalidano/valutano la forza/la significatività dello studio, in cui ηp2 > 0.1 raffigura un piccolo effetto, ηp2 > 0.3 rileva un effetto medio e ηp2 > 0.5 rileva un effetto elevato, per un livello convenzionale di p < 0.05.

In sintesi, questi risultati suggeriscono che l’immagine brand (BIT, BIG e BIY) è influenzata dalla connessione emotiva delle persone con il loro ambiente. I risultati suggeriscono specificamente che esiste un’immagine brand in ogni luogo. Secondo la risposta ricevuta dagli abitanti, si può interpretare che in ogni città il design del brand (DT, DG e DY) di Di Fausto funge da immagine ideale per ciascun contesto. Inoltre, in tutte e tre le città, le nuove immagini non influiscono in modo significativo sulle risposte delle persone (p = 0.070). Gli abitanti delle tre città sono peraltro emotivamente distanti dagli edifici stranieri esistenti nelle loro zone (p = 0.124).

 

Fattori Tripoli Ghadames Yefren Valore F

Df = (2.93)

Valore p
Media DS Media DS Media DS
DT 12.97 10.58 38.61 17.26 22.21 10.96 16.69 0.000 *
BIT 18.98 11.82 29.40 14.27 29.58 16.14 04.36 0.016 *
DG 30.29 14.76 07.58 08.76 30.03 10.65 07.16 0.001 *
BIG 33.32 13.83 07.26 04.79 23.44 07.60 12.42 0.000 *
DY 24.42 15.20 32.85 17.11 20.34 14.24 01.20 0.306
BIY 42.52 14.67 27.70 22.65 22.13 04.65 09.20 0.000 *
FI 56.55 15.30 68.11 05.87 62.43 13.62 02.13 0.124
NI 68.91 17.08 84.66 12.79 66.63 08.89 02.73 0.070

*statisticamente significativo

Tab. 7: Analisi unidirezionale della varianza ANOVA

Elemento Stima parziale al quadrato Potenza osservata
DT 0.264 1.0
BIT 0.133 0.925
DG 0.025 0.256
BIG 0.086 0.741
DY 0.211 0.995
BIY 0.165 0.973
FI 0.044 0.427
NI 0.056 0.528

Tab. 8: interpretazione dell’ANOVA mediante l’analisi della potenza

 

7.3.3. Test di omogeneità delle varianze – test di Levene

Il test per la verifica dell’omogeneità delle varianze afferma che una parità a livello di varianza per tutti i gruppi è un presupposto essenziale per l’esecuzione dell’ANOVA. A causa della disparità delle dimensioni dei campioni dei tre gruppi (Tripoli, Ghadames e Yefren), è essenziale eseguire il test di omogeneità delle varianze.

Pertanto, è stato utilizzato il test di Levene per valutare l’uguaglianza delle variabili relative ai dati. Come regola generale, se la significatività di (p) <0.05 allora le varianze non sono uguali. I risultati del test indicano che le varianze per BIG (F (2.93) = 4.988, p = 0.009) e BIY (F (2.93) = 3.889, p = 0.024) non sono uguali (Tabella 9). Di conseguenza, le due variabili di BIG e BIY violano l’assunto di omogeneità della varianza necessaria per ANOVA.

Fattori Valore F,

Df = (2.93)

Valore p
DT 1.291 0.280
BIT 0.777 0.463
DG 2.410 0.095
BIG 4.988 0.009 *
DY 0.272 0.763
BIY 3.893 0.024 *
FI 2.543 0.084
NI 2.295 0.106

*statisticamente significativo

Tab. 9: Test di omogeneità della varianza – Test di Levene

 

7.3.4. Prove affidabili sulla parità dei significati – test di Welch e test di Brown-Forsythe

Poiché l’assunto di omogeneità delle diverse varianti viene violato, sono stati utilizzati i test parametrici di Welch e di Brown-Forsythe, al fine di scovare differenze statisticamente significative tra i mezzi di BIG e BIY (Tomarken & Serlin, 1986). I valori di p bassi per BIG (p = 0.000) e BIY (p = 0.000) indicano che questi risultati sono statisticamente significativi (Tabella 10). Dal momento che le medie di tutti i gruppi non sono uguali nella popolazione del campione, il valore p di Welch potrebbe sostituire il normale valore p dell’ANOVA.

Fattori Df1 Df2 Valore F Valore p
BIG Welch 2 13.637 52.611 0.000
Brown-Forsythe 2 20.853 41.809 0.000
BIY Welch 2 11.353 37.007 0.000
Brown-Forsythe 2 6.111 7.481 0.023

Tab. 10: Prove affidabili dell’uguaglianza delle medie – test di Welch e test di Brown-Forsythe

Al fine di ricavare stime affidabili di errori standard e intervalli di confidenza per l’analisi, il bootstrap viene eseguito con una dimensione del campione di 1000 bootstrap e intervalli di confidenza BCa del 95%. Pertanto, sia il bootstrap che i test di cui sopra (test di Welch e di Brown-Forsythe) servono come mezzi efficaci per proteggere il tasso di tipo I α e forniscono risultati affidabili nell’analisi unidirezionale ANOVA.

 

7.3.5. Test post-hoc: il metodo di Tukey per confronti di gruppi multipli

Dopo l’ANOVA, viene eseguito il test post-hoc di Tukey per esplorare la differenza tra i significati in più gruppi. Utilizzando il metodo di confronto multiplo, tutti i possibili abbinamenti di gruppo vengono testati rispetto alla loro rilevanza, limitando il tasso di errore di primo tipo al 5%. I risultati rappresentati attraverso valori p adeguati identificano i confronti di gruppo che sono significativamente diversi. Nell’output di seguito, la differenza di Tripoli-Ghadames (p = 0.000) e Yefren-Ghadames (p = 0.020) è statisticamente significativa all’interno del DT variabile. Analogamente, Tripoli-Ghadames (p = 0.001) e Ghadames-Yefren (p = 0.012) indicano differenze significative all’interno di DG. I risultati mostrano che solo la differenza Tripoli-Ghadames (p = 0.000) è statisticamente significativa in BIG. Tuttavia, Tripoli-Ghadames (p = 0.050) e Tripoli-Yefren (p = 0.001) presentano bassi valori di p e sono statisticamente significativi in BIY.

 

8. Conclusioni

L’ambiente visivo delle città è il risultato dell’azione/progettazione architettonica, che viene influenzata dalle ideologie di una serie di tendenze di marketing. Queste tendenze allontanano il pensiero creativo degli architetti dalla comprensione e dal raggiungimento della soddisfazione dell’utente finale. Gli architetti progettano per soddisfare i requisiti e le applicazioni delle ideologie che sostengono l’immagine globale dell’architettura, piuttosto che l’immagine intrinseca del contesto locale. Nella progettazione di nuovi edifici, esiste pertanto un conflitto tra identità globale e identità locale.

L’architettura è un fenomeno culturale e l’umanità si identifica naturalmente con l’ambiente costruito. Questa identità non è una questione di scelta o preferenza, quanto piuttosto un processo psicologico che deve essere affrontato attentamente dagli architetti durante la progettazione di nuovi edifici. Il dibattito tra architetti che vogliono creare nuovi edifici basati sull’architettura locale tradizionale e coloro che rifiutano il passato culturale nei loro progetti è in realtà parziale, poiché ignora ed esclude la lunga storia di interazione umana con il luogo.

Abbiamo introdotto il modello di una nuova scuola di pensiero per il processo creativo di progettazione architettonica. Abbiamo presentato il meccanismo di progettazione per un brand di un luogo e in che modo la metodologia PCT può essere utile per comprendere i processi di costruzione dei significati di immagini architettoniche da parte di membri professionisti e non professionisti di una società/luogo. Abbiamo sostenuto come la PCT possa essere una metodologia utile per comprendere i sistemi di costruzione riguardanti i significati architettonici.

Una metodologia innovativa mista nel campo del significato in architettura ha consentito la raccolta di dati quantitativi e qualitativi migliorando l’affidabilità dei risultati. La combinazione di costrutti e stimoli come tecniche per elicitare le risposte delle persone si è rivelata molto efficace, escludendo la perdita di dati quantitativi. Inoltre, l’analisi apre le porte a un’indagine degli aspetti che si focalizzi su un singolo elemento o costrutto, o raggruppi diversi elementi o costrutti. Il concetto di PCT all’interno dell’ambiente architettonico, introdotto e messo in atto tramite la RGT, è significativo in quanto offre agli architetti i mezzi per trasferire/combinare aspetti visivi all’interno della piattaforma statistica.

 

 

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Triandis, H. C., & Suh, E. M. (2002). Cultural influences on personality. Annual Review of Psychology, 53(1), 133-160.

 

APPENDICE A

Descrizione dei fattori rappresentati dagli elementi

Di seguito viene fornita una descrizione dei fattori rappresentati dalle fotografie utilizzate come Elementi:

Fattore 1: rappresenta l’immagine locale (Local Image, LI)

Tre fotografie sono state scelte come rappresentative dell’architettura neo-tradizionale di Di Fausto (design del brand) per ciascuna delle città di Tripoli, Ghadames e Yefren (Figure 1a, 1b e 1c). Questi edifici rappresentavano il prodotto finale di un processo di progettazione del brand e utilizzavano elementi architettonici dell’architettura vernacolare esistenti nello stesso contesto. La selezione è stata effettuata grazie alla loro effettiva corrispondenza con il concetto di design del brand.

Fattore 2: rappresenta l’immagine brand (Brand Image, BI)

Al fine di rappresentare l’architettura vernacolare di ogni città, sono state selezionate due fotografie da ciascuna città per misurare la risposta delle persone all’immagine brand del loro contesto locale e alla relazione con gli edifici di Di Fausto (Figure da 2a a 2f).

Fattore 3: rappresenta l’immagine straniera (Foreign Image, FI)

Sono state selezionate tre fotografie raffiguranti edifici stranieri esistenti, una per ogni città; due di esse rappresentano lo stile internazionale di architettura e la terza una moschea mediorientale (figure 3a, 3b e 3c). Le caratteristiche architettoniche di ogni edificio non avevano alcuna relazione con l’architettura vernacolare.

Fattore 4: rappresenta la nuova immagine (New Image, NI)

Tre edifici, progettati da architetti globali influenzati da un approccio critico al regionalismo, rappresentavano nuove immagini che non si anticipava nessuno dei partecipanti potesse sentire come familiare (Figure 4a, 4b e 4c). Si sosteneva che questi edifici fossero basati su un’identità regionale e che si riferissero a immagini architettoniche passate. Gli edifici fuori dalla Libia esprimevano una condivisione culturale delle immagini architettoniche.

Fattore 5: rappresenta l’immagine ideale (Ideal Image)

Il “pollice in su” è servito da punto di riferimento per valutare le percezioni basate sulla risposta delle persone agli edifici nelle fotografie (Figura 5). Questo grafico è stato usato come riferimento al loro edificio ideale (Ideal Building, IB).

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Nota degli autori

L’autore senior vorrebbe dare un riconoscimento alla dott.ssa Dijana Alic, co-supervisore del dottorato, per il suo feedback. La mia gratitudine va estesa al dottor Ali Gargoum per la sua revisione/consulenza di esperto nel migliorare l’analisi statistica relativa a questo articolo. Un apprezzamento per Ar. Najeeba Ali per la sua assistenza nella diffusione di questo documento. Infine, ringrazio tutti i revisori anonimi per i loro commenti chiari e costruttivi.

 

Note sugli autori

 

Ahmed Agiel

United Arab Emirates University, Al Ain (United Arab Emirates)

a.agiel@uaeu.ac.ae

Ahmed Agiel è attualmente professore associato di Ingegneria architettonica presso l’Università degli Emirati Arabi Uniti, Al Ain. Ha conseguito il Ph.D presso l’Università del Nuovo Galles del Sud (Nuovo Galles del Sud, Australia), il Master in Design strategico (Politecnico di Milano, Italia) e il Bachelor of Science in Architettura e pianificazione urbana (Università di Tripoli, Libia). Si concentra sulla ricerca nel campo della teoria e della pratica architettonica, con un interesse particolare verso la comprensione della natura del significato in architettura e psicologia ambientale. Supporta un’immagine architettonica auto-sostenibile dell’ambiente costruito per una migliore relazione con gli abitanti del luogo.

 

Jon Lang

University of New South Wales, Sydney, NSW (Australia)

Jon.Lang@unsw.edu.au

Jon Lang è professore emerito presso l’Università del New South Wales a Sydney (Nuovo Galles del Sud, Australia), dove ha diretto la School of Architecture tra il 1996 e il 2000 e ha insegnato nel programma del Master in Sviluppo urbano e design dal 1995 ad oggi. È direttore per la progettazione urbana dell’Environmental Research Group Inc. (ERG) a Filadelfia, in Pennsylvania. È stato assistente e poi professore associato all’Università della Pennsylvania tra il 1970 e il 1990. È autore e coautore di libri di progettazione urbana, teoria dell’architettura e architettura moderna in India. Nel 2010 gli è stata assegnata la medaglia Reed e Mallik dall’Istituto di Ingegneri Civili di Londra.

 

Peter Caputi

University of Wollongong, NSW (Australia)

pcaputi@uow.edu.au

Peter Caputi è professore di psicologia presso l’Università di Wollongong (Nuovo Galles del Sud, Australia). È co-autore di due libri nell’area della Psicologia dei Costrutti Personali (PCP), oltre a numerosi articoli di riviste in quest’area. Ha una competenza particolare nella metodologia e nell’analisi delle Griglie di Repertorio.

 

Note

  1. Ringraziamo gli editori della rivista Personal Construct Theory & Practice e gli autori per aver gentilmente concesso la traduzione dell’articolo. L’originale è disponibile al link: http://www.pcp-net.org/journal/pctp19/agiel19.pdf. Agiel, A., Lang, J., & Caputi, P. (2019). Assessing perceptions of Di Fausto’s neo-traditional architecture based on personal construct methodology. Personal Construct Theory & Practice, 16, 111-129.