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Costrutti nucleari

di Trevor Butt

Core constructs

Traduzione a cura di

Cecilia Pagliardini e Davide Scapin

Abstract

Keywords:
di Trevor Butt
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Kelly ha definito i costrutti nucleari come quelli che governano i processi di mantenimento delle persone, ovvero quelli attraverso i quali manteniamo la nostra identità ed esistenza (1955, p. 482). Kelly ha lavorato secondo la tradizione del pragmatismo americano, citando il pensiero di John Dewey come sua fonte di ispirazione. Dewey era fortemente contrario al dualismo cartesiano, dottrina che separa la mente dal corpo, ed enfatizzava invece l’azione come fulcro della sua teoria psicologica. Il concetto di azione (come quello di costruzione) fonde pensiero, emozione e comportamento nel modo intenzionale con cui le persone affrontano il mondo. Kelly ha proposto l’esistenza di costrutti nucleari non legati né alla mente né al corpo, ma comprensivi e di conseguenza con un ampio campo di pertinenza. Sono quindi concepiti come costrutti sovraordinati riguardanti il processo di costruzione del sé (Stefan, 1977; Butt, Burr, & Epting, 1997).

 

Sebbene Kelly venga spesso descritto nei testi di psicologia come un umanista, differiva da altri umanisti come Rogers, in quanto pur vedendo la persona centrata sulla scelta e sull’azione, faceva pochi riferimenti al Sé. Certamente non presupponeva un Sé primario che precede la costruzione e abita un corpo materiale. I costrutti nucleari, come tutti gli altri, sono il risultato di un processo di costruzione. Si evolvono per aiutarci ad anticipare un insieme particolarmente importante di eventi: noi stessi. Ma il Sé non è un’entità spirituale interna, bensì una mente/corpo (o il “corpo-soggetto” di Merleau-Ponty, 1962). Così Kelly ha attinto al concetto di struttura nucleare per comprendere problemi come i sintomi psicosomatici e l’isteria di conversione (1955, pp. 868-873). La sua analisi è incentrata su ciò che le persone potrebbero star facendo attraverso la manifestazione di disturbi fisici; e come potrebbero usarli nella loro interazione con gli altri e il mondo. La sua obiezione al dualismo è ben riassunta in questa citazione:

Il cliente (isterico) traduce il suo problema da termini che per lui sono “psicologici” in termini che per lui sono “fisiologici”. Pensa che questo lo renda un problema diverso. È in grado di pensarlo perché è un dualista. Se non fosse un dualista, il travestimento non funzionerebbe. La conversione è quindi tipicamente un disturbo di gruppi culturali il cui pensiero è dualistico. (ibidem, p. 872)

 

Naturalmente, questa forma di costruzione avviene sotto il livello di consapevolezza del cliente. È anche un esempio di costruzione prelativa, in cui l’errore sta nel pensare ad un fenomeno come appartenente o al dominio fisico o a quello psicologico. Il sintomo isterico è quindi considerato dal cliente come fisico e nient’altro che fisico. Compito dello psicologo è proporre un’utile costruzione psicologica, attingendo al concetto di struttura nucleare.

 

Bibliografia

Butt, T. W., Burr, V., & Epting, F. (1997). Core construing: Discovery or invention? In R. A. Neimeyer & G. J. Neimeyer (Eds.), Advances in Personal Construct Theory: Volume 4 (pp. 39-62). New York: Springer.

Kelly, G. A. (1955). The psychology of personal constructs (vol. 1-2). New York, NY: Norton.

Leitner, L. (1987). Crisis of the self: The terror of personal evolution. In R. A. Neimeyer & G. J. Neimeyer (Eds.), Personal Construct Therapy Casebook (pp. 39-56). New York: Springer.

Leitner, L. (1992). Sharing the mystery – a therapist’s experience of personal construct psychotherapy. In H. Jones & G. Dunnett (Eds.), Selected Papers form the second British conference on personal construct psychology (pp. 1-16). York, UK.

Merleau-Ponty, M. (1962). Phenomenology of perception. London: Routledge.

Stefan, C. (1977). Core role theory and implications. In D. Bannister (Ed.), New Perspectives in Personal Construct Theory (pp. 281-298). London: Academic Press.